Con la legge n. 36/1994, nota come “Legge Galli”, è stato avviato in Italia un profondo processo di modernizzazione e riorganizzazione del settore idrico, reso scarsamente efficiente dall’estrema frammentazione degli operatori (oltre 13.000 nel 1994). Questa frammentazione impediva l’affermarsi di una gestione efficiente di tipo industriale e determinava una disomogeneità degli standard qualitativi del servizio.
Per fare fronte a questa situazione, la legge assegna alle autorità regionali e locali la riorganizzazione dei servizi di acquedotto e smaltimento attraverso un’integrazione territoriale.
I principi della legge Galli
- – integrazione territoriale e industriale, attraverso l’introduzione degli Ambiti Territoriali Ottimali (A.T.O.)
- – separazione tra le seguenti funzioni:
- – programmazione, regolamentazione, organizzazione e controllo del servizio idrico, che devono essere svolte dalle autorità locali
- – gestione del servizio, affidata ad un operatore unico indipendente
- – proprietà delle infrastrutture.
- – copertura completa dei costi operativi e di investimento
- – obblighi di efficienza e produttività.